Nuova Riveduta:

Genesi 6:7

E il SIGNORE disse: «Io sterminerò dalla faccia della terra l'uomo che ho creato: dall'uomo al bestiame, ai rettili, agli uccelli dei cieli; perché mi pento di averli fatti».

C.E.I.:

Genesi 6:7

Il Signore disse: «Sterminerò dalla terra l'uomo che ho creato: con l'uomo anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del cielo, perché sono pentito d'averli fatti».

Nuova Diodati:

Genesi 6:7

Così l'Eterno disse: «Io sterminerò dalla faccia della terra l'uomo che ho creato, dall'uomo al bestiame, ai rettili, agli uccelli del cielo, perché mi pento di averli fatti».

Riveduta 2020:

Genesi 6:7

E l'Eterno disse: “Io sterminerò dalla faccia della terra l'uomo che ho creato: dall'uomo al bestiame, ai rettili, agli uccelli dei cieli; perché mi pento di averli fatti”.

La Parola è Vita:

Genesi 6:7

Non ci sono versetti che hanno questo riferimento.

La Parola è Vita
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Riveduta:

Genesi 6:7

E l'Eterno disse: 'Io sterminerò di sulla faccia della terra l'uomo che ho creato: dall'uomo al bestiame, ai rettili, agli uccelli dei cieli; perché mi pento d'averli fatti'.

Ricciotti:

Genesi 6:7

«Sterminerò di su la faccia della terra gli esseri da me creati, dall'uomo insino alle bestie, dai rettili sino agli uccelli dell'aria, perchè mi pento d'averli fatti».

Tintori:

Genesi 6:7

«Sterminerò dalla faccia della terra l'uomo che ho creato: uomo e animali, rettili e uccelli del cielo; chè mi pento d'averli fatti».

Martini:

Genesi 6:7

Sterminerò, disse egli, l'uomo da me creato dalla faccia della terra, dall'uomo fino agli animali, da' rettili fino agli uccelli dell'aria; imperocché mi pento d'averli fatti.

Diodati:

Genesi 6:7

E il Signore disse: Io sterminerò d'in su la terra gli uomini che io ho creati; io sterminerò ogni cosa, dagli uomini fino agli animali, ai rettili ed agli uccelli del cielo; perciocchè io mi pento di averli fatti.

Commentario abbreviato:

Genesi 6:7

Capitolo 6

La malvagità del mondo provoca la collera di Dio Gen 6:1-7

Noè trova grazia Gen 6:8-11

Noè predica del diluvio, le misure dell'arca Gen 6:12-21

La fede e l'obbedienza di Noè Gen 6:22

Versetti 1-7

La cosa più notevole che riguarda il vecchio mondo è la sua distruzione per mezzo del diluvio o dell'inondazione. Vediamo la grandi ingiustizie di quel mondo malvagio e la collera di Dio, come la sua santa decisione, nel punirlo. In tutte le età c'è stata una maledizione particolare di Dio per i matrimoni tra i veri credenti e i suoi nemici dichiarati. Il cattivo esempio dato nel fare un tale matrimonio corrompe e ferisce molti: la fede in quella famiglia verrà meno e i figli cresceranno secondo i principi mondani di quel genitore che è senza timor di Dio. Se diciamo di essere figli e figlie del Signore ancor di più non dobbiamo sposarci senza il suo consenso. Egli non darà mai la sua benedizione se preferiamo la bellezza, l'ingegno, la ricchezza o gli onori terreni alla fede e alla santità. Lo Spirito di Dio avvisò gli uomini inviando loro Enoc, Noè e forse molti altri per predicare loro, pazientando ancora, nonostante le loro ribellioni, e per suscitare rimproveri e colpevolezze nelle loro coscienze. Ma il Signore ha dichiarato che il suo Spirito non avrebbe avvisato gli uomini per sempre: egli li avrebbe pure lasciati indurire nel loro peccato fino ad arrivare alla loro distruzione. Egli decise così perché l'uomo è carne: non solo fragile e debole, ma carnale e depravato, avendo usato impropriamente le potenze nobili della sua anima per appagare le sue inclinazioni corrotte. Dio vede tutta la malvagità che è nei figli degli uomini ed essa non gli può essere nascosta. Se l'uomo non si pente, Egli glielo farà sapere. La malvagità della gente è tanta grande infatti e i peccatori si riconoscono facilmente tra loro. In quel tempo i peccati venivano commessi dovunque e da chiunque. Tutti potevano accorgersi che la malvagità dell'uomo era veramente grande e Dio vide pure che ogni pensiero o intento era solo cattiveria continua. Ecco la radice amara, la primavera corrotta. Il cuore era ingannevole e disperatamente malvagio: i principi erano corrotti, le abitudini e le disposizioni cattive, i loro progetti e le azioni erano malvagie, essi facevano il male deliberatamente e concepivano piani per compiere infamità. Non c'era bene tra loro. Dio, dunque, vide la malvagità dell'uomo come una ferita e un torto fattogli e la vide come un tenero padre vede la follia e l'ostinazione di un figlio disobbediente e ribelle che lo fa affliggere e gli fa desiderare di non voler mai avuto figli. Le parole utilizzate qui sono pesanti: esse sono utilizzate alla maniera umana e non significa che Dio possa mutare i suoi propositi o che qualcosa lo renda infelice. Ma Dio odia così tanto il nostro peccato? E non siamo dispiaciuti per questo? Oh, guardiamo a Colui che abbiamo rattristato e gemiamo! Dio, perciò, si pentì di aver fatto l'uomo, ma non troviamo mai che si fosse pentito di aver redento l'uomo. Dio decide di distruggere tutti gli uomini e la parola originale usata è molto dura, "Cancellerò l'uomo dalla terra", come se fosse sporcizia o sudiciume che è tolto da un posto per renderlo pulito da gettare nella pattumiera, il luogo giusto per essa. Dio parla dell'uomo come di una sua propria creatura, quando decise di punirlo. Coloro che muoiono non possono più far nulla per la loro vita: Dio decise solamente dopo che il suo Spirito li aveva cercati a lungo e invano. Nessuno è punito dalla giustizia di Dio se non quelli che odiano essere corretti dalla grazia di Dio.

Riferimenti incrociati:

Genesi 6:7

Sal 24:1,2; 37:20; Prov 10:27; 16:4
Ger 4:22-27; 12:3,4; Os 4:3; Sof 1:3; Rom 3:20-22

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